Com'è bella l'avventura

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view post Posted on 1/1/2010, 17:36     +1   -1
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Com’è bella l’avventura 1

Angola 1986, città di Luanda

Premessa: con altri due colleghi gestisco la base a terra di una ditta italiana che si occupa di pesca oceanica. I nostri pescherecci surgelano a bordo il pescato, il 50% del quale viene scaricato sul posto in contropartita delle licenze rilasciate dalle locali autorità; il restante viene trasbordato a bordo di navi frigorifere che lo porteranno verso i più redditizi mercati internazionali.
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Una nostra imbarcazione rientra in porto con le stive piene di pescato da scaricare ma il molo riservato a cui attracchiamo abitualmente è in manutenzione e ci rivolgiamo alla direzione del porto commerciale, dove ormeggiano le portacontainers, per poter scaricare il prodotto.
Ci viene concesso un pomeriggio ed una notte di lavoro, il mattino seguente il molo deve essere libero. Il problema è che di notte vige il coprifuoco e nessuno che non sia munito di speciale permesso può circolare in città. Permesso che noi non abbiamo.
Decidiamo di tentare lo stesso perché un peschereccio d’altura con 50 persone a bordo costa un patrimonio e non può stare fermo chissà quanti giorni ad aspettare un’altra occasione.
Il lavoro procede alacremente e termina alle due di notte. A quel punto la nostra imbarcazione lascia gli ormeggi e io devo in qualche modo tornare a casa.
Ogni importante incrocio è presidiato dai soldati e quindi passo per stradine secondarie ma so di non poterli evitare tutti perché la mia strada passa obbligatoriamente per una grande rotatoria.
Quando arrivo nelle vicinanze di questa procedo lentamente e con i finestrini spalancati. Altri sono stati “segati” da una raffica di mitra per non aver sentito l’alt dato dai soldati.
Improvvisamente un uomo in divisa e kalashnikov mi si para davanti intimandomi di fermarmi, cosa che faccio prontamente. Già sto maledendo la scelta che ho fatto e l’avventatezza che mi ha portato lì in quel momento. Circolare senza lasciapassare è punito con tre giorni di reclusione e vi lascio immaginare cos’è una prigione da quelle parti e le cose che vi succedono.
Il soldato si avvicina e mi chiede di esibire il permesso di transito mentre due suoi compagni mi tengono di mira. Solo in quel momento mi viene in mente che la maggior parte dei soldati viene arruolata di forza con incursioni notturne da parte delle forze dell’ordine nelle favelas e nei villaggi di tutto il paese e in buona parte si tratta di ragazzi che non sanno nemmeno leggere e scrivere, che vengono dotati di una divisa e di un’arma e mandati a combattere.
Decido di tentare il tutto per tutto ed esibisco il permesso per entrare nell’area portuale, con tanto di foto e timbri. A questo punto le opzioni sono tre:
1- Il ragazzo non sa leggere e mi fa passare
2- Il ragazzo sa leggere e mi fa arrestare
3- Il ragazzo sa leggere e capisce che ho tentato di raggirarlo e mi spara sul posto. Nessuno aprirà un’inchiesta per questo.
Con il cuore che credo avesse smesso di battere da almeno trenta secondi aspetto la sentenza e lo guardo mentre rigira il documento sopra e sotto, davanti e dietro.
Alla fine sfodera il suo sorriso più smagliante e porgendomi il documento mi dice: “può andare signore, tutto a posto”.
Riavvio l’auto e parto lentamente. Dopo un po’ riparte anche il cuore e ancora incredulo mi dirigo verso casa.
 
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steff m.m.
view post Posted on 2/1/2010, 00:47     +1   -1




Cavoli Forever,

mi auguro ti pagassero a peso d'oro...

Augurissimi...
 
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view post Posted on 2/1/2010, 12:49     +1   -1
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Diablo gente...
...uno a Cuba...l'altro in Angola...FvK è un riservista dell'esercito israleliano...
...ed io che pensavo che trent'anni di Quarto Oggiaro facessero di mè un uomo di mondo!!!
 
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steff m.m.
view post Posted on 3/1/2010, 03:24     +1   -1




Raccontaci qualcosa degli animali, Forever...
Possibilmente... feroci...
Ho visto una decina di volte "Tempeste sul congo", "Mogambo" e "Le miniere di re Salomone" (il mio preferito... Stuart Granger è la mia icona africana...)
 
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view post Posted on 3/1/2010, 22:16     +1   -1
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Devo deluderti Stefano. In un paese devastato dalla guerra civile, con coprifuoco tutte le notti, dove il regime al potere controllava solo i grandi centri e il resto era in mano alla guerriglia il cui capo aveva più volte dichiarato di aver finanziato la sua lotta con le zanne di 100 mila elefanti, non c'erano molte possibilità di godere dei tanti tesori di quello scrigno che è l'Africa.
Ho avuto solo una volta l'opportunità, insieme ad altri amici italiani e portoghesi, di passare un fine settimana in uno dei loro parchi nazionali ed è stato fantastico, anche perchè era ancora "naturale"e non uno zoo senza gabbie per il turismo di massa.
In quei posti non ti serve vedere il leone per emozionarti, basta guardare il paesaggio.
 
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steff m.m.
view post Posted on 5/1/2010, 04:51     +1   -1




Io in Africa sono sono andato solo due volte... a Malindi, come tutti i turisti coglionazzi con la moglie.
Però ho avuto una avventura...
Una mattina me ne sto in camera, aspettando che mia moglie esca dal bagno. A un certo punto sento delle grida disperate... mi precipito alla porta, è chiusa e mia moglie continua a urlare... le grido di aprire... niente.
La sfondo a calci, come avevo visto fare al tenente Stone ne "Le strade di San Francisco".
Nel bagno c'è mia moglie che cerca di coprirsi con un asciugamano e una scimmietta che saltava da un muro all'altro e cercava di strapparle l'asciugamano...
Senza esitare afferro un altro asciugamano, affronto la belva e la metto in fuga dalla finestra ad asciugamanate...
Mia moglie è sotto shok... si riprende solo per incazzarsi con me (il salvatore) quando le dico "... ma dai, che non era mica King Kong".
Mi vengono addebitati 200 $ per la porta.
Obietto, senza molta convinzione, che la presenza di animali feroci in hotel era responsabilità dell'amministrazione.
Mi rispondono che avrei dovuto chiamare il personale di servizio dotato di passepartout e che le scimmiette che vivono nel giardino dell'hotel non possono definirsi animali feroci e che avrei dovuto tenere chiuse le finestre...
La faccio finita e pago i 200$...
Ora penso che se fosse stato veramente King Kong e mia moglie si fosse invaghita di lui e fosse fuggita con lo scimmione nella giungla sarebbe stato meglio...
 
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view post Posted on 5/1/2010, 15:41     +1   -1
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Non ho mai avuto dis avventuare con animali feroci. Fortunatamente (... beh magari anche sfortunatamente...perchè se poi le puoi raccontare come scampati pericoli sai come ti tengono in piedi una serata!).

Comunque ultimamente veleggiano in casa delle cimici (abito di fronte ad alcuni campi).
Quando per caso mia moglie (o mia figlia) se le trovano tra i piedi ritirando il bucato...strillano come come se fossero aggredite da dei coccodrilli.
Richiedono immancabilmente il mio intervento. volte non disdegnano di invitarmi "...far fuori quegli odiosi insetti che mi fanno schifo".
Io arrivo sbuffando e con nonscialance prendo tra le dita quegli esserini e mi limito a buttarli fuori dalla finestra.
Mi sento un eroe. Ed anche buono di cuore
 
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steff m.m.
view post Posted on 5/1/2010, 16:17     +1   -1




Bravo, anche io faccio così... gli insetti li butto dalla finestra, tanto volano...
e le formichine... non ho mai messo il ddt... anche per via del gatto...
 
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view post Posted on 23/6/2021, 09:08     +1   -1
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Com'è bella l'avventura 2

Madagascar 1980, città di Antananarivo

Mi trovo negli uffici della ditta per cui lavoro, che sta realizzando alloggi e infrastrutture per le cinque sedi, nelle principali città, della locale università.
L'ufficio in questione è quello del responsabile della logistica, un tipo sui 50, credo Ligure ma non ne sono sicuro.
L'uomo, magari competente ma catapultato in una realtà a lui ostica e con scarse conoscenze della lingua locale, il francese, per le varie commissioni in città, si serve della collaborazione di due ragazzi del posto.
Proprio uno di questi era appena tornato da alcune commissioni e stava presentando il resoconto delle spese con il relativo resto dei soldi che aveva avuto.
Ma in quei posti, e soprattutto per i soggetti coinvolti, il sospetto della cresta sulle spese è fortissimo e proprio di questo i due stavano discutendo animatamente, nel limite delle poche parole francesi conosciute dall'Italiano.
Alla fine il tipo in questione, guardando con occhio inquisitorio alla Poirot il ragazzo locale gli dice: "JE PENSE QUE TU ME FOTT I SGHEI".

Ricordo con un sorriso questa frase non so quante volte ogni anno.
 
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view post Posted on 25/6/2021, 16:10     +1   -1
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:D
 
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view post Posted on 1/10/2022, 18:33     +1   -1
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Com'è bella l'avventura 3

Angola 1988, città di Luanda
-(vedi premessa n.1)
-premessa: il paese era in guerra civile e tutte le strade principali e secondarie che portavano alla capitale, dove eravamo alloggiati, avevano dei posti di blocco a 30-40 km. dal centro urbano. Si creava così una cintura verde sicura di coltivazione dei generi alimentari destinati alla popolazione della città.

Nei brevi periodi in cui nessuna delle nostre navi era in porto, ci concedavamo qualche svago. Uno di questi era la caccia. Non con armi da fuoco, che non ci era consentito avere, ma con una carabina ad aria compressa registrata ad uso sportivo per il tiro a segno.
Le nostre prede erano soprattutto tortore e pernici, abbondantissime in quei posti. Con le nostre Panda (macchina eccezionale) percorrevamo tutte le stradine e piste sterrate all'interno di questa cintura verde quasi completamente disabitata.
Un giorno, con mia moglie ed un amico italiano di un'altra società, che da tempo mi chiedeva di partecipare, ci inoltriamo lungo uno sterrato molto più avanti di dove arrivavamo di solito, ma senza fortuna. Ad un certo punto ci fermiamo per una necessità fisiologica ma, appena finito, sentiamo lo sparo di un'arma da guerra, vicinissimo.
Panico. Dopo una manciata di secondi, con i nostri occhi che frugavano la scarsa vegetazione tutto intorno, vediamo spuntare a una quindicina di metri un militare con il Kalashnikov sul petto. Avanza verso di noi con la mano sul grilletto e spara un'altro colpo in aria e poi un'altro e un'altro ancora, finchè si ferma a tre metri da noi, che eravamo già più morti che vivi.
Ha gli occhi allucinati dall'alcool e da ogni taschino spunta una bomba a mano. Ci chiede in modo minaccioso e con la bocca impastata cosa facevamo lì e se eravamo terroristi sudafricani al soldo dell'Unìta (l'esercito nemico n.d.r.).
Gli spieghiamo (balbettiamo) che siamo cooperanti del ministero della pesca e che ci siamo persi. Per tutta risposta il tipo imbraccia di nuovo l'arma e scarica in aria una nuova raffica di mitra. Tutti e tre abbiamo pensato"siamo morti". L'amico che era con noi mi propone di tentare il tutto per tutto e di provare a saltargli addosso ma lo invito a mantenere la calma e nel frattempo continuo a parlare al militare per tranquillizzarlo.
In quel momento mi ricordo che ci eravamo portati, oltre all'acqua, anche un paio di birre. Sfodero il miglior sorriso che i miei muscoli facciali in quella circostanza riescono a dare e gli chiedo se vuole una birra. Al che il militare si trasforma e, seppur con la bocca storta da quello che aveva ingurgitato prima, sorride e accetta.
Prendo le birre e gliele do. Ormai siamo amici. Mia moglie piange.
Ripartiamo e scopriamo che, dopo tanta strada e tante giravolte nella savana, eravamo arrivati ad un centinaio di metri da una delle strade dove c'era un posto di blocco.
Non capisco perchè, ma il mio amico non mi ha più chiesto di venire.
 
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view post Posted on 2/10/2022, 16:22     +1   -1
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:B):
Caspita, anche questa è forte. Pesante e forte.
Certo che hai avuto una vita avventurosa.
Comunque storie interessantissime. Siamo al capitolo 3, non ti stancare :)
 
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view post Posted on 17/4/2023, 00:45     +1   -1
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Com'è bella l'avventura 4

Angola 1987, città di Luanda
(vedi premesse precedenti)

A volte succedeva che qualche marinaio che arrivava per imbarcarsi ci lasciasse dei pacchetti da consegnare ad un parente imbarcato su un'altra delle nostre navi, che non avrebbe potuto incontrare in alto mare.
Ho uno di questi pacchetti in ufficio e il marinaio a cui è destinato si trova a bordo di un nostro peschereccio rientrato quel giorno per fare rifornimento di carburante. Ma non ho modo di raggiungere la nave perchè è ormeggiata alla piattaforma di rifornimento in mezzo alla baia del porto di Luanda, troppo lontana da raggiungere con una scialuppa, e finito il rifornimento, previsto durante la notte, la nave sarebbe ripartita subito.
Ma il nostro collaboratore locale mi dice di ricordarsi di un pontile, ormai abbandonato, proprio in quella zona della baia e quindi vicino alla piattaforma di rifornimento.
Quella mattina avevo messo una camicia nuova (capirete poi perchè lo dico) e, preso il pacchetto, mi dirigo verso questo pontile seguendo le indicazioni che mi erano state date. Dopo un po' sono sul posto. Si tratta di un pontile che si inoltra nel mare per circa 40-50 metri, fatto di grossi tubi di ferro ormai in avanzato stato di corrosione (gli ultimi metri sono già crollati in mare) uniti alla sommità da grosse travi di legno i cui bulloni di fissaggio se l'è mangiati la salsedine.
La parte finale del pontile si trova a circa tre metri sopra il livello dell'acqua e sotto è pieno di spuntoni di ferro delle parti già crollate della struttura. Penso: se cado la sono morto. Ma va bene lo stesso, mi dico, perchè le travi di legno sono sane e devo solo consegnare un pacchetto.
Chiamo la nave via radio, gli spiego la situazione e la mia posizione, e mi assicurano che manderanno una lancia per recuperare il pacchetto.
Infatti dalla nave, lontana qualche centinaio di metri, poco dopo vedo staccarsi la lancia che si dirige verso di me.
Ma quel giorno c'è mare grosso, con vento e onde importanti, e l'avvicinamento all'estremità ancora sana del pontile non è per niente facile, anche per dei marinai esperti come loro. Ma non abbiamo un'altra occasione e quindi bisogna provare. Tentano una, due, tre volte, cercando sempre di evitare l'onda che li porterebbe a sbattere contro il pontile finchè.......succede proprio quello che non doveva succedere. Quando l'imbarcazione è ormai vicinissima al pontile ed io già sto allungando il braccio con la busta di plastica con dentro il pacchetto, un'onda più grossa delle altre e con un tempismo degno di un orologio svizzero manda a sbattere violentemente la barca contro il pilone di sostegno del pontile. Il colpo è tale che tutte le assi di legno degli ultimi 5-6 metri, dove sopra c'ero io, si staccano contemporaneamente a cadono in mare.
Ci sono momenti in cui la parte razionale del cervello è troppo lenta e inadeguata ed il corpo si muove seguendo un innato istinto di sopravvivenza. Quello era uno di quei momenti. Infatti, ormai sospeso in aria, con un guizzo che avrebbe strappato un applauso a una scimmia, faccio una torsione e un tuffo e mi ritrovo abbracciato al pilone arrugginito dove, dopo altri tentativi, mi recupereranno i marinai della lancia per poi portarmi vicino alla riva. Il pacco però l'ho consegnato!
Torno a casa pensando a quanto era successo e al fatto che avrei potuto non rivedere più mia moglie. La quale, appena ho varcato il cancello di casa si è accorta subito della camicia rovinata ed ha cominciato con una sequenza irripetibile di improperi. Io l'ho guardata mentre inveiva contro di me ed ho sorriso, e lei si è arrabbiata ancora di più.

Edited by forever. - 18/4/2023, 00:52
 
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view post Posted on 17/4/2023, 14:05     +1   -1
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=) :ph34r: :b: :D Fantastico forever! Credo che dovresti fare una raccolta di questi tuoi "appunti di viaggio"... una specie di libro/diario... sarebbe un regalo graditissimo ai tuoi eredi o ad altri colleghi che hanno condiviso quei periodi.
 
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13 replies since 1/1/2010, 17:36   1545 views
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