| Com'è bella l'avventura 4
Angola 1987, città di Luanda (vedi premesse precedenti)
A volte succedeva che qualche marinaio che arrivava per imbarcarsi ci lasciasse dei pacchetti da consegnare ad un parente imbarcato su un'altra delle nostre navi, che non avrebbe potuto incontrare in alto mare. Ho uno di questi pacchetti in ufficio e il marinaio a cui è destinato si trova a bordo di un nostro peschereccio rientrato quel giorno per fare rifornimento di carburante. Ma non ho modo di raggiungere la nave perchè è ormeggiata alla piattaforma di rifornimento in mezzo alla baia del porto di Luanda, troppo lontana da raggiungere con una scialuppa, e finito il rifornimento, previsto durante la notte, la nave sarebbe ripartita subito. Ma il nostro collaboratore locale mi dice di ricordarsi di un pontile, ormai abbandonato, proprio in quella zona della baia e quindi vicino alla piattaforma di rifornimento. Quella mattina avevo messo una camicia nuova (capirete poi perchè lo dico) e, preso il pacchetto, mi dirigo verso questo pontile seguendo le indicazioni che mi erano state date. Dopo un po' sono sul posto. Si tratta di un pontile che si inoltra nel mare per circa 40-50 metri, fatto di grossi tubi di ferro ormai in avanzato stato di corrosione (gli ultimi metri sono già crollati in mare) uniti alla sommità da grosse travi di legno i cui bulloni di fissaggio se l'è mangiati la salsedine. La parte finale del pontile si trova a circa tre metri sopra il livello dell'acqua e sotto è pieno di spuntoni di ferro delle parti già crollate della struttura. Penso: se cado la sono morto. Ma va bene lo stesso, mi dico, perchè le travi di legno sono sane e devo solo consegnare un pacchetto. Chiamo la nave via radio, gli spiego la situazione e la mia posizione, e mi assicurano che manderanno una lancia per recuperare il pacchetto. Infatti dalla nave, lontana qualche centinaio di metri, poco dopo vedo staccarsi la lancia che si dirige verso di me. Ma quel giorno c'è mare grosso, con vento e onde importanti, e l'avvicinamento all'estremità ancora sana del pontile non è per niente facile, anche per dei marinai esperti come loro. Ma non abbiamo un'altra occasione e quindi bisogna provare. Tentano una, due, tre volte, cercando sempre di evitare l'onda che li porterebbe a sbattere contro il pontile finchè.......succede proprio quello che non doveva succedere. Quando l'imbarcazione è ormai vicinissima al pontile ed io già sto allungando il braccio con la busta di plastica con dentro il pacchetto, un'onda più grossa delle altre e con un tempismo degno di un orologio svizzero manda a sbattere violentemente la barca contro il pilone di sostegno del pontile. Il colpo è tale che tutte le assi di legno degli ultimi 5-6 metri, dove sopra c'ero io, si staccano contemporaneamente a cadono in mare. Ci sono momenti in cui la parte razionale del cervello è troppo lenta e inadeguata ed il corpo si muove seguendo un innato istinto di sopravvivenza. Quello era uno di quei momenti. Infatti, ormai sospeso in aria, con un guizzo che avrebbe strappato un applauso a una scimmia, faccio una torsione e un tuffo e mi ritrovo abbracciato al pilone arrugginito dove, dopo altri tentativi, mi recupereranno i marinai della lancia per poi portarmi vicino alla riva. Il pacco però l'ho consegnato! Torno a casa pensando a quanto era successo e al fatto che avrei potuto non rivedere più mia moglie. La quale, appena ho varcato il cancello di casa si è accorta subito della camicia rovinata ed ha cominciato con una sequenza irripetibile di improperi. Io l'ho guardata mentre inveiva contro di me ed ho sorriso, e lei si è arrabbiata ancora di più.
Edited by forever. - 18/4/2023, 00:52
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